STENOSI DEL CANALE VERTEBRALE

Dott. Francesco Sasso

Ortopedico specialista in patologie vertebrali

Con stenosi del canale vertebrale si definisce il restringimento del canale vertebrale, ossia di quello spazio interno al rachide che contiene il midollo spinale e le radici nervose.  Colpisce principalmente segmenti della colonna vertebrale ad alto movimento, come il rachide lombare ed il rachide cervicale.

CAUSE, stenosi del canale vertebrale

La stenosi del canale vertebrale può verificarsi su base congenita o su base acquisita.

Con stenosi congenita si definisceuna riduzione dei diametri del canale vertebrale per anomalie degli elementi ossei (corpo vertebrale, peduncoli, lamine) per condizioni patologiche presenti già dalla nascita o comunque sviluppatesi durante l’età dello sviluppo scheletrico.

Con stenosi acquisita si definisce un restringimento del canale vertebrale che si realizza successivamente alla maturazione scheletrica. Le forme più frequenti sono secondarie a processi degenerativi che interessano principalmente le componenti molli del rachide (disco intervertebrale, legamento giallo, capsule articolari): spondiloartrosi, spondilolistesi degenerativa, scoliosi degenerativa, cisti sinoviali, ossificazioni del legamento giallo o del legamento del longitudinale posteriore. Forme più rare sono: traumatiche, iatrogene, da malattie endocrine o metaboliche, da malattie reumatiche.

QUADRO CLINICO

I sintomi di una stenosi del canale vertebrale dipendono dalla sede della patologia e dagli effetti compressivi sulle strutture nervose.

La stenosi cervicale si manifesta clinicamente con dolore irradiato dal collo agli arti superiori sul decorso della radice interessata (cervicobrachialgia), associato in caso di compressione severa e/o cronica a radicolopatia periferica con disturbi della forza e della sensibilità. In caso di compressione diretta sul midollo si osservano i segni clinici di una mielopatia: ipostenia agli arti inferiori (e successivamente superiori), iper-reflessia, ipoestesie e parestesie, disturbi sfinterici.

La stenosi lombare si manifesta tipicamente dolore lombare associato a claudicatio neurogena, che si definisce come dolore irradiato agli arti inferiori con limitazione o impossibilità nella marcia per debolezza e sensazione di “gambe pesanti”. Tipicamente il paziente riferisce un miglioramento dei sintomi con il riposo e con la flessione in avanti del tronco. In caso di compressione severa e/o cronica si può determinare una paresi persistente agli arti inferiori accompagnata a regressione del dolore.

DIAGNOSI

Il sospetto diagnostico di stenosi del canale vertebrale è suggerito dall’anamnesi del paziente e dai segni clinici riscontrati all’esame obiettivo. Gli esami di imaging consentono di confermare la diagnosi. L’esame radiografico standard del rachide consente di valutare il rachide sotto carico (in piedi) mentre i test dinamici permettono di identificare eventuali segni di instabilità (spondilolistesi). La risonanza magnetica nucleare (RMN), fornendo immagini dirette dei tessuti molli e nervosi, è l’esame di scelta per valutare il grado di stenosi e la presenza di segni di mielopatia. Tecniche di neurofisiopatologia (studio dei potenziali evocati sensitivi e motori, elettroneurografia, elettromiografia) permettono di identificare la presenza di una neuropatia periferica.

TERAPIA

Il trattamento conservativo, indicato nelle fasi iniziali di una stenosi del canale vertebrale, si avvale di terapie farmacologiche (miorilassanti, antinfiammatori, corticosteroidi, analgesici, neurotrofici) e di metodiche di terapia fisica e riabilitativa.

 

Il trattamento chirurgico è riservato in caso di fallimento di terapia conservativa o in caso di disturbi neurologici (claudicatio neurogena, mielopatia cervicale, deficit neurologico periferico significativo o progressivo). A prescindere della sede della stenosi, l’obiettivo della chirurgia è la decompressione delle strutture nervose (accesso posteriore nelle stenosi lombari, posteriore o anteriore in quelle cervicali) associata ad una stabilizzazione del rachide mediante impianto di mezzi di sintesi e allestimento di area di artrodesi.