DECOMPRESSIONE E STABILIZZAZIONE VERTEBRALE

Dott. Francesco Sasso

Ortopedico specialista in patologie vertebrali

L’intervento chirurgico di decompressione e stabilizzazione vertebrale trova indicazione in tutti i casi in cui si osserva una neuropatia periferica da stenosi del canale vertebrale lombare e/o una instabilità vertebrale significativa (spondilolistesi, fratture trumatiche, ecc…). Raramente, trova indicazione anche nei casi di lombalgia refrattaria a qualsiasi forma di terapia conservativa.

L’intervento viene eseguito in regime di ricovero ordinario, della durata generalmente di 5/6giorni.

L’anestesia è di tipo generale. Il chirurgo esegue un accesso posteriore con un’incisione cutanea di 10 cm centrata sulla sede della patologia. Si scheletrizza la colonna vertebrale.Sotto controllo radiologico intra-operatorio, si posizionano viti peduncolari a livello delle vertebre interessate e si applicano barre in titanio con cui si eseguono manovre di riduzione di eventuali spondilolistesi o fratture. Si decomprime il canale vertebrale fino ad ottenere una soddisfacente espansione del sacco durale e mobilizzazione delle radici nervose. Si esegue discectomia dello spazio intersomatico in cui viene posizionata una cagepre-riempita con osso autologo. Si allestisce una fusione ossea (definita artrodesi) cruentando gli elementi posterolaterali delle vertebre. Questo tipo di intervento, che tecnicamente è definito TLIF, garantisce la massima stabilità meccanica grazie ad una presa anteriore (cage) e posteriore (viti peduncolari). Conclusa la procedura, si applicano punti di sutura riassorbibili.

La durata dell’intervento è compresa tra i 90 e i 120 minuti.

Il paziente viene generalmente mobilizzato entro le prime 24/48 ore, e viene dimesso dopo 3/4 giornate post-operatorie. Nelle prime settimane viene consigliato l’utilizzo di un busto lombare steccato, di evitare sforzi fisici e di limitare utilizzo dell’automobile. Dopo 2 settimane, vengono rimossi i punti di sutura ed il paziente può riprendere gradualmente le normali attività quotidiane. Il paziente è sottoposto a controlli clinici e radiografici seriati nel tempo per verificare il progressivo miglioramento del quadro neurologico, la stabilità degli impianti e la formazione dell’artrodesi.

La maggior parte dei pazienti riferisce un miglioramento dei sintomi già nei primi giorni post-operatori, seppur un pieno recupero può richiede alcuni mesi. Generalmente non è indicato un trattamento riabilitativo. Nelle forme di neuropatia periferica severa e cronica, il recupero è più lento e potrebbe non essere completo.